Boomerang

Da quando ero piccola ho sempre chiesto al mio papà un cucciolo per il mio compleanno. E mi ha sempre risposto di sì. Lui pensava, che io non mi sarei ricordata quando il compleanno sarebbero arrivato, dato che lo ordinavo molto prima. Io però, ho una bella memoria, soprattutto, quando si tratta delle cose che mi sono state promesse.
Comunque non ho mai detto a lui di ricordare, ma semplicemente, visto che non arrivava nel giorno del mio compleanno, lo ordinavo per il compleanno prossimo, sperando che sarebbe accaduto un miracolo, e io avrei avuto il mio cucciolo.
Il miracolo non è mai accaduto (almeno non grazie a mio padre).

Quando avevo 14 anni il ragazzo di mia sorella ha regalato un cucciolo di pastore tedesco alla mia nipotina. È stato un periodo bellissimo! La felicità che provavo era impossibile spiegare a parole, ero letteralmente fuori.
La cosa strana però, è che mio padre, che era contro agli animali in casa, ha accettato il cane di mia nipote. Addirittura, mentre mangiavamo, il povero cucciolo ci guardava negli occhi con uno sguardo:”dammene un pezzettino…”. Mio papà diceva:”anche lui è un essere umano, non fate finta di non vedere, datelo anche a lui”.
Questo cane aveva conquistato tutti.

Poi la vita è andata avanti. Io mi sono trasferita a tanti chilometri di distanza da casa. Ho creato una mia famiglia, e mia figlia, a sua volta, mi ha sempre chiesto un cucciolo di cane. Io, come mio padre, ho sempre rifiutato, dicendo che un cane ha bisogno di qualcuno che gli stia dietro. Certamente lei si è resa disponibile, ma io ero inconvincibile riguardo questo argomento. “Devo pensare a lavorare” dicevo, “ho già troppe cose da fare, tra pulire, cucinare, fare le lavatrici… non posso caricare sulle mie spalle anche un cane!”
Lei, furbissima, andava in giro a chiedere alle persone di regalare per il suo compleanno un cane, così io non avrei potuto cacciarlo via, visto che era il regalo del suo compleanno. Certamente le persone non potevano regalarlo, sapendo che io non ero d’accordo, quindi le sue richieste non erano esaudite.

Il tempo passava, i figli crescevano… Il mio primo figlio ha iniziato a lavorare e un giorno, un bel giorno d’estate, dopo essere tornata a casa la sera tardi (era mezzanotte circa) trovo la porta della sala chiusa (di solito è sempre aperta) e mi insospettisco:”lì stanno facendo qualcosa di strano.” Apro la porta e vedo il divano letto aperto, e due teste che si alzano contemporaneamente, in sincronia, sembravano due fratelli gemelli dal modo il cui si sono mossi, tutti e due sdraiati con la pancia in giù. Erano il mio primo figlio e un… un cucciolo di pastore tedesco. Questo cucciolo era eguale identico al cane della mia nipotina. Mi ha conquistato subito. Però, c’era “un però”: il cane era di un suo collega, e mio figlio, doveva riportarlo da lui il giorno dopo.
Io, con una specie di dispiacere e nello stesso tempo di sollievo, lascio dormire il cane a casa mia. Il giorno dopo però, mio figlio torna a casa con il cibo per i cani, le ciotole per le crocchette e l’acqua, con il guinzaglio e il collare. “Questo cane è nostro!” Annuncia mio figlio, “ho convinto il mio collega che deve rimanere a casa nostra, perché è l’unico cane che potremo mai avere.” Ha detto anche che la sua ma (cioè io) glielo lascerà tenere, solo se sarà questo cane, quindi lui è obbligato a lasciarlo a mio figlio.
Così in casa nostra è arrivata Lulù. Era il destino? Boh! Può darsi. Tutto è collegato e tutto si ripete in questa vita. Guardando mia figlia ricordo me da piccola, guardando Lulù il cane della mia nipotina… A volte basta un profumo, un suono, un colore, un oggetto… per ritornare nei luoghi che abbiamo visitato, nei posti dove abbiamo vissuto, dalle persone che non rivedremo mai più (almeno non in questa vita)… Questo è il bello della vita: vivere il presente senza dimenticare il passato.

Share This: